De Eredan.
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“E io pensavo che la prima regola dei signori imperiali fosse la pazienza”. | “E io pensavo che la prima regola dei signori imperiali fosse la pazienza”. | ||
- | Gakyusha | + | Gakyusha sorrise alla replica del maestro bracconiere, poi tutto d’un tratto tirò fuori la sua spada e la scagliò contro il muro, nello stupore generale dei presenti. La spada si conficcò nel muro tagliando qualche capello a una ragazza. |
“Amaya!” Esclamò tsuro. “Cercare di sorprenderci è l’ultima cosa che devi fare!” | “Amaya!” Esclamò tsuro. “Cercare di sorprenderci è l’ultima cosa che devi fare!” |
Version du 8 mars 2013 à 16:17
Kotoba
Meragi, capitale dell’Impero Xzia. Giardini del palazzo imperiale.
L’Imperatore ammirava i fiori che in quella stagione si schiudevano in uno sfavillio di colori incantevoli. Camminava solo lungo il viottolo di un luogo al quale era particolarmente affezionato. A quel punto si arrivava a un grande stagno, in cui delle carpe nuotavano appena sotto il pelo dell’acqua. Egli allora si inginocchiò e guardò quello spettacolo, ma all’improvviso aggrottò le sopracciglia.
“Che succede Tsuro?”
Dietro l’Imperatore, un uomo vestito di abiti scuri e con una barba bianca s’inginocchiò, chinando il capo.
“Signore dei Signori, perdonatemi per aver interrotto la vostra meditazione, ma ho un’informazione molto rilevante.”
“Ti ascolto.”
“Qualcosa è caduto dal cielo la notte scorsa. Secondo gli abitanti del villaggio di Okia era qualcosa di grosso e avvolto nelle fiamme. Il fracasso era tale che la terra tremava.”
“Non è la prima volta che accade qualcosa di simile Tsuro.”
“Si, ma le mie spie a Noz’Dingard mi informano che gli Inviati si sono già messi in viaggio per raggiungere il punto d’impatto.”
“È nelle terre dell’impero?”
Tsuro sembrava a disagio.
“Non lontano, nel luogo che oggi è chiamato la Tomba degli Antenati.”
L’Imperatore sgranò gli occhi.
“Convoca immediatamente la Kotoba.”
“È già stato fatto O Sommo Celeste.” E detto ciò s’inchinò.
La sera stessa in una sala del palazzo Imperiale.
L’Imperatore e Tsuro erano là, e c’erano anche molti altri, tutti perlopiù con l’aria di guerrieri. C’era il Signore imperiale Gakyusha, reggente della Kotoba e suo giovane figlio, Iro, un esperto duellante. Ma anche alcuni membri dell’esercito, gente che a Xzia è considerata come eroi come Asajiro, recentemente incorporato nella Kotoba, o ancora Xin il Portaferro e Sen’Ryaku, uno dei rari esempi di ufficiale donna nell’esercito imperiale. L’imperatore e Gakyusha sembravano immersi in una discussione, alla fine della quale il signore imperiale s’inchinò per salutare il Sommo Celeste, il quale andava a sedersi sul trono situato in fondo alla sala.
“Siete sotto il vincolo di segretezza, l’Imperatore ordina e Kotoba obbedisce! Inchinatevi davanti all’astro dell’Impero.” Disse Gakyusha con voce ferma.
Allora per un lungo attimo si inchinarono tutti in silenzio. Questo era il rituale di riunione della Kotoba, ed era sempre stato così fin dalla sua creazione. Non c’è nessuno più fedele all’Imperatore di loro.
“La vostra lealtà è l’orgoglio dell’Impero e le vostre azioni si ripercuotono direttamente sulla mia persona.”
Gakyusha si rialzò e tutti lo imitarono, poi si voltò verso il gruppo riunito.
“Abbiamo una nuova missione e partiremo senza ulteriori indugi, vi darò le informazioni e vi farò sapere cosa abbiamo a disposizione lungo il cammino, quando ci riuniremo al nostro esploratore a Okïa.
Il giorno seguente in una locanda di Okïa. Per l’occasione, i Kotoba avevano riservato tutta la locanda e i rari viaggiatori che passavano per il villaggio avrebbero dovuto dormire sotto le stelle. All’interno de “Il Fiore di tè”, una sotto-organizzazione piuttosto misera comparata al prestigio della Kotoba ma che non sembrava dar fastidio a nessuno, riuniti attorno a una tazza di tè, i Xzia stavano chiaramente aspettando qualcuno.
“Arriverà presto, non preoccuparti Gakyusha”.
“Tsuro, Amaya è in ritardo e i bracconieri non hanno il privilegio di ritardare. La puntualità mi pare fosse la vostra prima legge”.
Il vecchio sembrava in imbarazzo, ma poi sorrise compiaciuto.
“E io pensavo che la prima regola dei signori imperiali fosse la pazienza”.
Gakyusha sorrise alla replica del maestro bracconiere, poi tutto d’un tratto tirò fuori la sua spada e la scagliò contro il muro, nello stupore generale dei presenti. La spada si conficcò nel muro tagliando qualche capello a una ragazza.
“Amaya!” Esclamò tsuro. “Cercare di sorprenderci è l’ultima cosa che devi fare!”
“La prossima volta non ti mancherò, Bracconiere!” Affermò il signore imperiale. “Spero tu abbia almeno le informazioni che ti avevo chiesto di recuperare”.
Come unica risposta la ragazza annuì, il suo volto era ancora pallido per lo spavento. Ella aprì un rotolo di pergamena e lo porse al signore imperiale inchinandosi in segno di rispetto. Gakyusha afferrò la pergamena e si rivolse a Tsuro, che fece un cenno con la testa. Poi stese il rotolo e lo posò a terra.
“Sono il signore imperiale Gakyusha, leader della Kotoba!”
A quelle parole, degli ideogrammi luminosi apparvero nell’aria, sopra la pergamena. Tutti si alzarono e misero una mano sulle figure che si erano create. Immediatamente, vennero travolti da una marea di immagini.
La Tomba degli antenati era un posto particolare, costruito in tempi antichi dall’Impero di Xzia e la Draconia, e tutti e due rivendicavano la sovranità su quelle terre. Fu teatro di numerosi scontri tra le due parti. Dieci anni fa l’Imperatore e Profeta, il portavoce del Dragone, si accordarono sulla cessazione delle ostilità e decisero che quella terra sarebbe rimasta neutrale e che non sarebbe potuta essere reclamata dalle due parti senza che ci fossero avversità tra esse.
Al centro di quella desolazione si trovava un grosso cratere fumante da dove sporgeva una sorta di immensa gemma in parte carbonizzata, ma che presentava ugualmente parti dai colori assai sgargianti. Le immagini che apparivano loro non erano nitide, sembrava che la pietra emettesse una sorta di alone che disturbava la magia. Più lontano, verso Nord, un fumo che si sollevava da un accampamento di tende blu e dallo stendardo di Draconia.
“Per le sette corna di Batosaya! Sono già lì!” Esclamò Gakyusha.
Le immagini cessarono e la pergamena si consumò fino a diventare cenere.
“Signor Gakyusha, potrei avere un’idea che ci farà arrivare lì molto in fretta.” La silhouette fragile di Sen’ryaku avanzò con fare felino. “Potremmo servirci della magia per percorrere la distanza che ci separa dalla Tomba degli antenati, non abbiamo più maghi nella Kotoba da quando il Traditore se n’è andato. Ma conosco qualcuno molto più potente e che è proprio qui a Okaï.”
“Chi è?” Domandò Iro con l’aria sospetta.
“Aku!” Rispose lei trionfante.
“Aaa… Non se ne parla!” Replicò Tsuro muovendo la testa in segno di protesta. “Aku è stato punito ed è qui per fare ammenda dei suoi errori passati.”
“Lo so Signor Tsuro, ma abbiamo una soluzione migliore per arrivare prima degli Inviati sapendo che solo gli Tsoutai possono agire sulle distanze?”
Gakyusha si grattò la barba per un lungo momento, con l’aria pensierosa, poi guardò i presenti.
“Preparatevi, ci metteremo in viaggio. Ufficiale, mi porti Aku al più presto, non abbiamo tempo da perdere.”